Il mito del Lepus Cornutus: il Coniglio con le Corna.

Il Lepus Cornutus compare in una rappresentazione del 1650 tratta dal Historiae Naturalis de Quadrupetibus Libri (fonte Biodiversity Heritage Library)

È un fatto noto ormai che alla base di qualsiasi racconto popolare o leggenda folkloristica ci sia un evento naturale o un fenomeno che l’uomo non era in grado di spiegare con le proprie conoscenze dell’epoca.

È infatti più facile (e forse è anche più rassicurante) da concepire che una carestia o una pestilenza siano dovute a una divinità adirata piuttosto che a un periodo di siccità per una mal gestione delle risorse o a un nuovo microorganismo virulento in circolazione.

Da questa forma mentis la mente dell’uomo ha creato un’enorme quantità di miti che vedevano altrettante creature fantastiche come protagoniste.

Potremmo citare un’infinità di esempi di ciò, ma oggi vorrei porre l’attenzione al caso del Coniglio Cornuto o altrimenti detto Lepus Cornutus.

Sorprendentemente, il concetto di un coniglio dotato di corna non è un’idea così tanto eccentrica come apparirebbe a una prima occhiata: nel bestiario del folklore austriaco è chiamato Raurackl, in quello svedese Skvader, in Svizzera Dilldap, mentre in Germania Wolpertinger, e infine nella Persia del 1200 d.C. veniva chiamato Al-Mi’raj o Almiraj (ٱلْمِعْرَاج‎ ), ma forse l’incarnazione più famosa ad oggi è quella Nordamericana: il Jackalope (nome che deriva dalla fusione di Jackrabbit & Antelope).

Manoscritto del 1280 raffigurante un Al-Miraj per opera di Zakariya ibn Muhammad Qazwini (tratto dall’opera The Wonders of Creation)
Illustrazione tratta da Animalia Qvadrvpedia et Reptilia (c. 1575-1580), per mano dell’illustratore fiammingo Joris Hoefnagel.

Ovviamente da nazione a nazione il mito assume dei cambiamenti, un esempio è l’aggiunta o l’omissione di ali da gufo (come lo Skvader) oppure cambiando la razza dal coniglio/lepre allo scoiattolo (come il Wolpertinger) o addirittura la presenza di denti a sciabola.

Rappresentazione del 1509 di un Wolpertinger per mano dell’artista tedesco Albrecht Dürer.

Viene da chiedersi come sia possibile che l’idea di un coniglio con le corna si sia sviluppata con così tanta somiglianza in popolazioni con una distribuzione geografica tanto diversa.

Ebbene la risposta è abbastanza semplice:

In primo luogo, sebbene le prime testimonianze legate al Lepus Cornutus risalgano a dei manoscritti della Persia del 13° secolo, come accennato precedentemente, la vera diffusione del mito è far risalire al 16° secolo in Europa; infatti, con la scoperta del Nuovo Mondo le popolazioni emigranti europee si portarono dietro le loro tradizioni e la loro cultura, permettendo così che questo mito si distribuisse.

In aggiunta a ciò bisogna considerare che per molti molti anni (fino alla fine del 18° secolo) si pensava che il Lepus Cornutus esistesse per davvero ed è possibile ritrovarlo rappresentato in vari dipinti dell’epoca o trattati di zoologia.

Ovviamente molti imbalsamatori dell’epoca fomentarono il mito del Lepus Cornutus con varie “prove inconfutabili” della sua esistenza, permettendo che la leggenda perdurasse fino ad oggi, basti pensare che il Presidente USA Ronald Reagan aveva un esemplare imbalsamato di Jakalope nel proprio ranch in California, Rancho del Cielo, ed era solito affermare bonariamente(?) di averlo cacciato egli stesso.

Ma se vi dicessi che l’idea del coniglio con le corna in realtà ha delle basi scientifiche comprovate, mi credereste?

Ebbene, esiste una particolare variante di Papilloma Virus, il Papilloma virus di Shope o cottontail rabbit papilloma virus (CRPV), che è caratterizzato dal fatto di interessare esclusivamente i conigli e di provocare la crescita di carcinomi cheratinosi su varie parti del corpo (ma sempre comunque in prossimità del capo).

Tali carcinomi producendo cheratina in quantità aberrante (per intenderci, la cheratina è la componete che forma i capelli e le unghie), a lungo andare assumono un aspetto simile a quello di vere e proprie corna.

Alcuni esemplari di coniglio affetti da carcinomi ceratosi dovuti al CRPV.

La scoperta dell’esistenza di tale virus è da far risalire al 1933, anno in cui il virologo statunitense Richard Edwin Shope pubblicò la propria scoperta, e ciò permise di affermare che tale virus fosse già presente da svariati secoli e che il mito del Coniglio con le Corna sia da far risalire proprio a questa infezione.

Il virologo Richard Shope, al quale dobbiamo la scoperta del CRPV e un importantissimo contributo nella ricerca per il HPV.

[extra: la città di Douglas in Wyoming dal 1985 ha istituito il Jackalope come proprio animale simbolo, tant’è che è presente una statua raffigurante un esemplare di Jackalope nel mezzo di una delle piazze principali (chiamata appunto Jackalope Square) e ogni anno viene tenuto un festival a tema. Inoltre, sul sito municipale di Douglas potete anche procurarvi la vostra personale licenza di caccia ai Jackalope. Tale licenza però è valida solo per un giorno all’anno, il 31 Giugno. Considerando però che Giugno di giorni ne ha 30, non resta che dire: buona caccia!]

[extra: lo studio di animali la cui esistenza è solo ipotizzata, ma mai accertata, è chiamata Criptozoologia e negli ambienti criptozoologici per riferirsi a tali animali si usa il termine di criptidi, per rimpiazzare l’uso popolare del termine mostro.]


Bibliografia:

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